home -> Quando le parole dell'assistenza fanno male -> Si possono prevenire i disturbi nell'apprendimento della lingua scritta? -> Come riconoscere i primi segni di un disturbo della lettura? -> Comunicare ad un bambino la fiducia nella sua intelligenza -> Come gestire gli errori di linguaggio dei bambini -> Le buone pratiche per insegnare la componente grafo-motoria della scrittura -> La valutazione dei disturbi della lettura -> Star bene a scuola quando c'č disattenzione e iperattivitā

Uno psicologo che compie consulenze a scuola può trovarsi di fronte a classi di prima elementare dove un’alta percentuale di bambini sperimenta difficoltà con la lettura o la scrittura. Questo non vuol dire però che tutti i bambini che nei primi mesi di prima elementare rimangono un po’ indietro nell’apprendimento della lingua scritta  abbiano i “sintomi” di un disturbo della lettura o della scrittura.

Condividiamo la raccomandazione di un manuale recente di neuropsicologia dell’apprendimento a scuola (Hale e Fiorello, 2004): ci sono molti casi di difficoltà temporanee che si risolvono attraverso modalità di insegnamento più attente alle differenze individuali. Si possono ad esempio potenziare le tecniche di insegnamento a piccoli gruppi, approfondire nei bambini la comprensione degli usi e delle funzioni della lingua scritta, ridurre la paura di sbagliare, sostenere la motivazione ad apprendere.

Nella nostra esperienza si è rivelato molto importante costruire, in una collaborazione tra psicologo e insegnanti di prima elementare, una capacità di osservare il modo in cui i bambini, fin dai primi mesi di scuola, interpretano brevi testi scritti (ad esempio, la scritta INSETTO sotto al disegno di un’ape) o producono scritte spontanee. Con queste osservazioni è possibile comprendere se i bambini abbiano costruito un concetto alfabetico della lingua scritta oppure no.

Per alcuni bambini di prima elementare è evidente che una comprensione del principio alfabetico non è pienamente avvenuta anche dopo alcuni mesi di scuola. Ad esempio, Franco (6 anni, 4° mese di prima elementare) sa che la lettera A si legge [a], ma quando vede la scritta INSETTO sotto al disegno di un’ape, non ha dubbi che la scritta dica [ape]. Quando l’adulto chiede “ma con che suono inizia la parola ape?” dice [a] e rimane perplesso. Alla richiesta di provare a leggere la scritta il bambino, con una certa lentezza, decifra molte lettere correttamente ([i] [n] [e] [t] [o]); alla richiesta “allora che cosa dice questa scritta?”, risponde “ape”. Abbiamo osservato che una scarsa comprensione del principio alfabetico –rilevata dopo 3-4 mesi di scuola elementare- è di natura transitoria. Quando l’ambiente educativo dà al bambino la possibilità di comprendere pienamente che cosa significa leggere,  lo sviluppo della lettura procede. Se non procede, allora è necessaria una valutazione che chiarisca la natura della difficoltà del bambino.

Un altro tipo di intervento molto importante per prevenire le difficoltà d’apprendimento nei bambini in rima elementare è l’organizzazione di attività che possano potenziare alcune abilità di base (ad esempio, l’attenzione visiva, le abilità fonologiche) che sostengono l’apprendimento della lettura, della scrittura, del calcolo aritmetico. Un aspetto comune a questi apprendimenti è il coordinamento tra attività di ricerca visiva (con cui riconoscere lettere o simboli numerici) e attività di recupero dalla memoria di suoni (fonemi, nel caso delle lettere, nomi per quantità numeriche nel caso dei simboli numerici). Queste due abilità e il loro coordinamento si possono allenare con conseguenze positive per gli apprendimenti scolastici.

Mettere i bambini in condizione di scoprire come funziona la lingua scritta, di provare interesse e gioia nel praticare la lettura e la scrittura, di allenare le abilità che sostengono gli apprendimenti scolastici è di grande efficacia nel ridurre le difficoltà di apprendimento in prima elementare.

avanti