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Intorno alla metà del primo anno di vita, l’interazione da diadica diventa triadica, comprendendo un oggetto/evento esterno che diventa qualcosa su cui si comunica; diventano più frequenti gli episodi di attenzione condivisa in cui bambino e adulto condividono un comune focus di attenzione che è esterno alla coppia, mantenendo allo stesso tempo un coinvolgimento sociale reciproco (Camaioni & Perucchini, 2001).

Quali sono dunque le caratteristiche di un comportamento responsivo in questa fase evolutiva?

  si inserisce in scambi comunicativi coordinati, co-regolati e innovativi.

La co-regolazione viene definita come “una forma di azione coordinata tra i partecipanti [all’interazione] che implica un continuo mutuoaggiustamento di azioni ed intenzioni” (Fogel, 2007, p. 251), Oltre alla necessità, da parte dei partecipanti alla comunicazione, di adattarsi reciprocamente l’uno all’altro, la co-regolazione richiede inoltre un orientamento comune dell’attenzione e un coinvolgimento, interesse e piacere reciproco nell’interagire.

Il risultato di questo processo dinamico di co-regolazione si concretizza nell’emergere di azioni congiunte innovative.

  sono temporalmente contingenti alle azioni comunicative del bambino, cioè seguono di pochi secondi i suoi comportamenti.

  vengono messi in atto prevalentemente attraverso canali vocali e non verbali.

Gli scambi interattivi responsivi sono caratterizzati da vocalizzazioni, sorrisi, sguardi condivisi e ancora dal contatto fisico, uno dei principali canali di comunicazione socio-affettiva.

 

Anche la comunicazione gestuale delle madri sembra riflettere il tentativo dell’adulto di adattarsi alle capacità comunicative del bambino: alcuni autori (Iverson et al., 1999) parlano di gestural motherese, sottolineando come questo tipo di comunicazione sia una caratteristica costante degli scambi comunicativi madre-bambino che si caratterizza per un piccolo numero di gesti molto concreti che rinforzano il messaggio prodotto verbalmente e assolvono la funzione di sottolineare e attirare l’attenzione del bambino su particolari parole e oggetti.

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