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Molti studenti, soprattutto quelli che hanno difficoltà a leggere e a scrivere, possono migliorare la loro comprensione potenziando un’elaborazione visiva delle informazioni. Il lettore andrebbe incoraggiato a costruirsi un’immagine mentale di quello che sta leggendo. Nei lettori esperti è qualcosa che può avvenire automaticamente, per chi ha delle difficoltà rappresenta un potente strumento che aiuta la comprensione di passaggi difficili dei testi, favorisce una lettura attiva e aiuta a “fissare” in memoria delle informazioni. Per stimolare l’utilizzo della visualizzazione si può iniziare chiedendo al bambino/ragazzo di chiudere gli occhi e immaginare un oggetto comune, di descriverlo verbalmente e poi di disegnarlo così come lo ha visualizzato. Una volta appreso il processo si può pensare di utilizzarlo di fronte alla lettura di una frase del testo che può risultare un po’ difficile o in cui è presente una parola che non si conosce. Chiedere al bambino di immaginare la scena descritta dalla frase e di raccontare la sua rappresentazione, è un modo per costruire con maggiore chiarezza il quadro della situazione (contesto, personaggi, azioni, oggetti). Utilizzando attivamente la visualizzazione di scene che raccontano il testo il lettore può riscontrare una maggiore facilità a fare ipotesi rispetto al significato di parole che non conosce, ai risvolti di un evento, situazione, o di determinate azioni. |
Esempio[link esterno]
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È importante sottolineare che non ci sono risposte giuste o sbagliate, che ogni persona costruisce diversamente le sue immagini mentali. Quello che è importante è che l’immaginazione, ad esempio di determinate caratteristiche di un personaggio, venga motivata sulla base delle informazioni fornite dal testo. |
Stimolare previsioni e ragionamenti sul testo Con bambini di 6-8 anni è molto importante stimolare un’integrazione tra informazioni verbali del testo e informazioni fornite dalle illustrazioni. Con ambedue queste fonti integrate tra loro è possibile costruire ragionamenti e ipotesi sul testo; in questo modo le informazioni risulteranno inserite in una rappresentazione mentale molto organizzata e dunque più facilmente recuperabile per il ricordo. L’attività di Cloze che descriviamo qui di seguito può essere un modo efficace per stimolare ragionamenti sul testo. |
Un esempio di cloze: un’attività per Stimolare previsioni e ragionamenti sul testo testo della storia
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Nell’attività Cloze che abbiamo presentato in power point, per ogni previsione che non ha successo vengono mostrate alcune lettere, così che il bambino possa utilizzare un indizio fonologico-ortografico per indovinare la parola mancante. Nell’esempio riportato sopra, la parola da indovinare non si inferisce facilmente. L’adulto aiuta il bambino L. a pensare, rileggendo la parte del testo che può fornire alcuni indizi (Ti servirà anche un letto). Al bambino L. non viene in mente niente, e allora l’adulto chiede dov’è il letto del gatto nell’immagine. Luca indica il cesto. L’adulto chiede se nel cesto ci sono cose che iniziano con C (/k/), e a Luca viene in mente CUSCINO. L’adulto propone “Ok, controlliamo se CUSCINO può andare” e legge “allora prese una grossa cesta marrone e la riempì di morbide cuscino?”. L. dice che non può essere, l’adulto mostra allora la pagina successiva (con la scritta c . p . . t .); a L. non viene in mente niente e si passa alla pagina successiva (c . p . r t .); qui Luca strilla COPERTE! L’adulto chiede ancora di verificare l’inserimento della parola nel suo contesto e commenta infine“Le coperte effettivamente sono morbide, poi è un nome femminile, va bene con morbide; se fosse stato cuscini ci sarebbe dovuto essere morbidi”. |
Un esempio di cloze: un’attività per Stimolare previsioni e ragionamenti sul testo
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Possiamo notare le potenzialità di quest’attività: per inferire la parola target è necessario integrare informazioni di tipo diverso costituite dal contesto semantico della situazione narrata, dagli oggetti presenti nelle illustrazioni della storia, dal contesto sintattico della frase in cui è inserita la parola mancante, dal contesto pragmatico del dialogo tra i personaggi (come nell’esempio di “chiese”). L’interazione adulto-bambino deve sostenere un processo di verifica di ipotesi: si valuta insieme se l’idea del bambino è congruente con le informazioni disponibili, e se non lo è, si cerca un’altra ipotesi. |